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Dire che esista una naturale propensione al bene è in qualche misura vero, acclarato dalla biologia della morale; ma sostenere che ciascuno deve impegnarsi perché i sistemi educativi non ostacolino lo sviluppo di tali capacità di base può essere illusorio. Nel senso che la richiesta è riduttiva. Perché, a ben vedere nelle finalità formative, i processi dell’amore costituiscono vincolo della complessiva mission della Scuola. Ma le petizioni di principio non fanno sistema, perché lasciano inalterati i processi della tradizione che sono replicanti nel dominio dell’egoismo, assunto fittiziamente come sicurezza personale.

La qual cosa comporta cambiare il paradigma con cui si formano i curricoli, partendo dall’assunzione del nesso fini-mezzi-fini di cui al punto della tecnologia.

Vale a dire: i fini istituzionali prevedono il superamento dell’egocentrismo e la transizione verso forme di collaborazione altruistiche. I mezzi sono dati dalle discipline e dal clima educativo. La verifica di ciò è – deve essere – data non solo dalle acquisizioni disciplinari ma anche dal raggiungimento di condotte e concezioni orientate alla cooperazione civile.

Resta ferma sullo sfondo la ricerca del docente di tener conto dell’ambiguità implicata nel rapporto egoismo-altruismo. Come resta fermo il fatto che ciascuno sia ciò che vuole essere. Purché i sistemi formativi non rinuncino alla loro funzione istituzionalmente prevista, da rendere costitutiva.

L’enazione, che è azione percettivamente guidata dall’etica, ha gli strumenti per rendere possibile tale costitutività. L’attuale stato dei sistemi educativi è vicariante e influenza i sistemi sociali che si giacciono tra progressi e distruttività prevalenti.

Global Enaction Manifesto
Fortunato Aprile
Educatore

6. L'educazione

L’educazione ha il compito di favorire la piena fioritura della persona e la comprensione sistemica, etica ed estetica della vita